La storia di un mito antico e di una moderna follia nel nuovo film del regista tedesco di "Fitzcarraldo" e "Nosferatu", prodotto da David Lynch. Un film coinvolgente che vede protagonista un aspirante attore che commette nella realtà il crimine che avrebbe dovuto portare in scena.
Liberamente ispirato a una storia vera, e presentato lo scorso anno al festival di Venezia (primo caso assoluto nella storia del Festival in cui lo stesso regista - Werner Herzog per l'appunto - abbia partecipato con due film), My son, My son, What have ye done, ha calamitato fin da subito l'attenzione di cinefili e spettatori più accorti. Il motivo di questo elevato interesse nei confronti dell'opera è presto spiegato: si tratta di un lavoro a quattro mani, mani fatate del cinema oseremmo dire, appartenenti a due dei cineasti più floridamente creativi e amati del cinema contemporaneo: David Lynch e Werner Herzog. In effetti è necessaria una specifica, nel senso che la presenza del visionario Lynch è qui limitata solo al comparto produttivo, anche se la sua influenza è permeante, mentre la componente prettamente artistica è totalmente affidata al regista tedesco, che firma sceneggiatura (insieme a Herbert Golder) e regia. La combinazione astrale tra la magia avvolgente del cinema lynchiano e la meta-realtà strisciante del cinema herzogiano, fanno di questo lavoro un ircocervo esplorativo ai confini della ragione.